8 marzo 2024 – Enrico Ferraro, presidente di AGAVE, è eletto presidente della Consulta Dipartimentale per la Salute mentale della ASL Roma 1 per il triennio 2024-2026
Programma per la candidatura
Siamo reduci da un triennio, per non dire da un decennio, di paralisi e subordinazione alla Direzione del DSM e della ASL che hanno demolito il ruolo chiave della Consulta nel tutelare pazienti, persone fragili e cittadini. Ma quello a cui abbiamo assistito in questi ultimi tre anni non solo è inaccettabile e per questo proponemmo una mozione di sfiducia ma è necessario che finisca prima possibile perché si configura come un attacco alle possibilità stesse di miglioramento del DSM.
Agave propone la sua candidatura alla presidenza della Consulta DSM, nella persona di Enrico Ferraro, al fine di dare un nuovo contributo, profondamente diverso.
Trasparenza e riconoscibilità
Vogliamo che tutto il lavoro della Consulta sia più trasparente, visibile e riconoscibile da tutte quelle persone che, nell’ambito della salute mentale sentono l’esigenza di un riferimento affidabile ed efficace. Condividere le informazioni, produrre conoscenza, deve diventare una prassi consolidata e inevitabile. La Consulta deve avvicinarsi alla cittadinanza, informarla dei temi in discussione e dei problemi riscontrati, permettere agli utenti e ai familiari di valutare l’efficacia dei servizi, accoglierne le istanze integrandole con le cure necessarie.
Partecipazione
Vogliamo che la Consulta sia partecipe della vita dei servizi psichiatrici, innanzitutto visitandone le strutture e conoscendo i dati statistico epidemiologici, che si faccia promotrice di occasioni di confronto e partecipazione di tutti gli organismi e persone che, con la loro esperienza, possono contribuire al dibattito scientifico e democratico su un bene comune come la salute della mente, che non è appannaggio di specialisti ed esperti, ma risultato della partecipazione di tutti. In particolare vogliamo che la Consulta coinvolga e rappresenti tutti quegli invisibili portatori di salute della mente, la maggioranza di utenti dei servizi che ancora non sono stabilizzati e quindi non gestibili dai professionisti della psichiatria.
Autorevolezza e rappresentatività
Vogliamo restituire alla Consulta la sua autorevolezza e rappresentatività, come organo in grado di dialogare dialetticamente con le istituzioni, di proporre alle Direzioni (Sanitaria, Generale) le innovazioni e le buone pratiche che la tutela della Salute Mentale richiede, di pretendere verifiche delle strategie di cura messe in atto, di sollecitare una revisione dei regolamenti del DSM e della regione Lazio, contribuendo concretamente al miglioramento del DSM e dei servizi sanitari pubblici.
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Marzo 2021 – Speranze e propositi della candidatura del prof. Enrico Ferraro in occasione del rinnovo della presidenza della Consulta DSM ASL Roma 1 per il triennio 2021-2023
Per la salute mentale nella ASL Roma 1 è necessario un aumento degli investimenti in risorse umane ed economiche. Deve continuare ed aumentare il trend iniziato nel 2018 con i programmi di assunzione in deroga al blocco del turnover. Penso che le ultime esperienze con il Covid-19 ci abbiano insegnato che non è opportuno risparmiare su questa voce. Il potenziamento delle risorse umane deve aumentare sensibilmente il rapporto tra il numero di operatori e la popolazione dei Municipi di pertinenza del DSM e deve vedersi nell’ottica di un potenziamento delle strutture sul territorio, recuperando quelle chiuse e immaginando di aprirne altre che si avvalgano del contributo delle associazioni di volontariato e dei familiari. Rispetto alle risorse economiche previste per la Salute Mentale, è necessario non solo alzare il livello degli investimenti per arrivare al 5% previsto dalla normativa, ma proporre un ulteriore incremento di quel tetto.
Ma non è solo un problema di quantità di risorse, ma anche di una qualità degli interventi precoci: sarebbe opportuno recuperare la presa in carico diretta dei disturbi emotivi comuni, sempre con la collaborazione dei Medici di Medicina Generale e dei Pediatri di Libera Scelta, ma con un ruolo più attivo del Dipartimento di Salute Mentale; altrettanto importante sarebbe coinvolgere gli psichiatri dei Centri di Salute Mentale nelle attività di prevenzione della Unità Prevenzione e Interventi Precoci, affinché la loro professionalità si arricchisca delle realtà osservate nei giovani e sugli esordi in giovane età.
La cura e la cura protratta richiedono risorse aggiuntive, ma richiedono anche il monitoraggio dei risultati e della condizione delle strutture, anche di quelle private convenzionate. La tutela delle persone che hanno già la difficoltà enorme di avere un disturbo invalidante passa anche per un controllo serio delle condizioni di cura, ed a tale scopo è necessario promuovere collaborazione e coordinamento costanti tra settore pubblico e privato, favorendo il confronto all’interno della Consulta stessa.
Insieme alla cura, la cura protratta e la restituzione alla società sono fondamentali. È necessario quindi un potenziamento del sostegno all’abitare assistito, all’integrazione lavorativa, alla socializzazione, recuperando il ruolo fondamentale delle attività riabilitative semi-residenziali, valorizzando anche le strutture residenziali con proposte concrete di inclusione. Anche in questo le organizzazioni del terzo settore possono dare un contributo importante, mentre il DSM potrebbe favorire la costituzione di cooperative sociali di tipo B che svolgano attività di imprenditoria sociale inclusiva ed ecosostenibile.
Sapere cosa si fa e dove si dovrebbe andare è fondamentale nell’assistenza della salute mentale. Anche perché la complessità della sfida investe non solo la problematica clinica, ma l’intero assetto della società, dalle scuole, alla casa, al lavoro e a tutto lo spettro delle relazioni sociali. È quindi importante che la Consulta mantenga autonomia di analisi e proposta in un rapporto costante, collaborativo e di stimolo con la Dirigenza aziendale, promuovendo anche iniziative di aggiornamento e di confronto scientifico-culturale. Così come è assolutamente decisivo che si mantenga un collegamento costante con la Consulta Regionale per la Salute Mentale perché le esigenze di utenti, familiari e operatori abbiano delle risposte certe e condivise.
Il rinnovo della presidenza della consulta ci offre l’opportunità di dare un nuovo contributo al funzionamento del DSM.
La presidenza di AGAVE sarà indipendente e coraggiosa e si muoverà su due direttrici:
- valorizzare il fatto che siamo membri di un organismo a cui riconosciamo un’importanza strategica per il buon funzionamento del DSM. Il coinvolgimento della cittadinanza, nelle rappresentanze di utenti, familiari, operatori, professionisti di settore, in collaborazione con le organizzazioni del terzo settore e gli enti locali, costituisce uno strumento, se ben gestito, di evoluzione dell’azione istituzionale di salute pubblica. Questo richiede un impegno notevole di tutti noi in un processo di inclusione partecipativa e decisionale.
- realizzare appieno, con la collaborazione e l’aiuto di tutti, il ruolo previsto per la Consulta del DSM dal Progetto Obiettivo per la Salute Mentale e dalla Delibera della Giunta Regionale del Lazio n.143 del 1998 che la istituisce come organo autonomo del DSM. Noi dobbiamo avere una consapevolezza dello stato dei servizi acquisita direttamente, così da poter contribuire al miglioramento degli stessi, recependo le esigenze dell’utenza e collaborando attivamente con il Dipartimento e la Direzione Generale. Ascolto, monitoraggio, cooperazione e discussione quindi, sui temi concreti e fondanti il rapporto DSM-cittadinanza: il budget di salute mentale, l’utilizzo delle risorse umane ed economiche, la qualità dei servizi e delle cure, il rispetto delle norme da parte dei servizi privati, le azioni volte all’integrazione lavorativa e abitativa, la ricerca e l’incremento incessante di strumenti migliori di cura, di cura protratta e di prevenzione.
Questo non è uno scontro tra diversi modi di intendere la salute mentale (e la psichiatria) ma è un percorso da intraprendere insieme, affinché la tutela delle persone fragili che hanno bisogno di cura e riabilitazione sia all’altezza di un paese civile.